Un singolare bassorilievo

All’interno della chiesa di San Nicola a Randazzo, si conservano tre conci erratici scolpiti a bassorilievo, di cui, al momento, non si conosce l’esatta provenienza.

Il bassorilievo scolpito sul primo concio risulta di difficile lettura e interpretazione a causa della corruzione dovuta al tempo.

DSC05108 Figura 1: Randazzo, Chiesa di San Nicola, Concio erratico

Il secondo concio, di forma pentagonale che probabilmente, in origine, costituiva la chiave di volta di una struttura ad arco, reca scolpita una sirena.

DSC05104 Figura 2: Concio erratico recante scolpita a bassorilievo una sirena

Questo soggetto ricorre con grande frequenza nelle decorazioni delle chiese romaniche e dei monasteri.

La più antica fonte letteraria in cui viene menzionato il canto della sirena e l’Odissea di Omero[1]. Nella cultura medievale essa, fu interpretata come simbolo del fascino, dei peccati della carne, delle tentazioni a cui l’uomo deve resistere se vuole conquistare la vita eterna.

Particolarmente interessante è il bassorilievo, scolpito sul terzo concio, in cui sono effigiati due draghi alati bipedi con lunghe code annodate, alle spalle di un uomo con le mani giunte e genuflesso in atto di supplica.

DSC05105 Figura 3: Concio erratico con il singolare bassorilievo

L’episodio rappresentato risulta alquanto singolare, per di più esso non trova alcun riscontro nei racconti popolari del luogo, probabilmente perché ormai dimenticato da tempo.

Il drago è un animale leggendario, presente in molte culture antiche, dall’occidente all’oriente, anche se con caratteristiche e forme diverse a seconda dei paesi dove s’immaginava che esistesse. Esso è presente in molte storie e leggende del passato, ma mentre in occidente era considerato l’incarnazione del male, in oriente era visto come una creatura saggia e benefica.

Secondo una leggenda l’Etna era abitata da spaventosi draghi che si nutrivano di fanciulli[2].

Nelle tradizioni giudaico-cristiane, il drago, rappresenta il caos, le potenze demoniache e le forze indomabili della natura[3]; esso è un personaggio abituale nelle storie dei santi medievali. Molti, infatti, sono i santi sauroctoni – cioè uccisori di draghi –: l’arcangelo Michele, san Giorgio, san Silvestro, san Teodoro di Amasea, san Marcello vescovo di Parigi, san Romano, san Gregorio, san Pellegrino vescovo di Triocala, san Giulio, santa Margherita, santa Marta (che ammansì il drago mostrandogli la croce), sono quelli più noti[4].

IMG_0133     DSC05096               Figura 4: Venezia, Piazza San Marco, Particolare della colonna di San Teodoro di Amasea
Figura 5: Randazzo, Chiesa di San Nicola, Particolare di Santa Margherita di Antiochia con il drago trafitto dalla croce di San Giovannino, Ludovico Suirech, 1762

I due draghi effigiati nel bassorilievo, appartengono alla famiglia delle viverne. La viverna è molto simile al drago ma si differenzia da esso per il fatto che possiede solo due zampe, quelle anteriori, è di dimensioni inferiori e solitamente non sputa fiamme.

Questa creatura leggendaria di origine europea, è presente a partire dal medioevo, come testimoniano le sue raffigurazioni in molti dipinti e sugli stemmi araldici, tuttavia, secondo

800px-Paolo_Uccello_050 DSC09039 senza nome-scandito- Figura 6: Parigi, Musée Jacquemart André, San Giorgio e il drago, Paolo Uccello (1397-1475)
Figura 7: Randazzo, Chiesa di San Pietro, Particolare di un putto con lancia nell’atto di trafiggere una viverna
Figura 8: Stemma della famiglia Boncompagno

qualche studioso, le sue tracce storiche risalgono al periodo dell’Impero Romano, come dimostrerebbe il pluteo con viverna dell’Oratorio di San Pellegrino a Bominaco[5].

drago Figura 9: Caporciano (L’Aquila), Frazione di Bominaco, Oratorio di San Pellegrino, Il pluteo con viverna

NOTE

[1] Omero, Odissea, a cura di Cetrangolo E., Milano, Fabbri Editori, 2004, vv. 158-162.
[2] Cordier U., Guida ai draghi e mostri in Italia, Milano, SugarCo Edizioni, 1986, p. 151.
[3] Lammer H. & Boudjada M. Y., Enigmi di pietra. I misteri degli edifici medievali, Roma, Edizioni Arkeios, 2005, p. 138.
[4] Mattioli Carcano F., Santi Sauroctoni con particolare riferimento a Giorgio e Giulio,  <http://www.lagodorta.net/SiteImgs/03_sauroctoni.pdf >, agg. 2014.
[5] Della Viverna, in «Il Bestiario», a cura di Ostri & Palank, <http://www.bluedragon.it/bestiario/viverna.htm >, agg. 2014.

FONTI BIBLIOGRAFICHE

CORDIER U., Guida ai draghi e mostri in Italia, Milano, SugarCo Edizioni, 1986.

LAMMER H. & BOUDJADA M. Y., Enigmi di pietra. I misteri degli edifici medievali, Roma, Edizioni Arkeios, 2005.

MASPERO F., Bestiario antico, Casale Monferrato, Piemme, 1997.

OMERO, Odissea, a cura di Cetrangolo E., Milano, Fabbri Editori, 2004.

FONTI INTERNET

Della Viverna, in «Il Bestiario», a cura di Ostri & Palank, <http://www.bluedragon.it/bestiario/viverna.htm >, agg. 2014.

Mattioli Carcano F., Santi Sauroctoni con particolare riferimento a Giorgio e Giulio, <http://www.lagodorta.net/SiteImgs/03_sauroctoni.pdf >, agg. 2014.

FONTI DELLE ILLUSTRAZIONI

Figura 6: Parigi, Musée Jacquemart André, San Giorgio e il drago, Paolo Uccello (1397-1475), tratto da:
< http://commons.wikimedia.org/wiki/File:Paolo_Uccello_050.jpg>, agg. 2014.

Figura 8: Stemma della famiglia Boncompagno, tratto da: Palizzolo Gravina V., Il blasone in Sicilia, ristampa anastatica, Catania, Brancato Editore, 2000, tav. XX, n. 13.

Figura 9: Caporciano (L’Aquila), Frazione di Bominaco, Oratorio di San Pellegrino, Il pluteo con viverna, tratto da: <https://montezaga.wordpress.com/2012/07/28/oratorio-di-san-pellegrino-a-bominaco/ >, agg. 2014.

Un singolare bassorilievoultima modifica: 2015-03-16T21:00:05+01:00da angela-militi
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